Possedere un’efficiente anche se non troppo moderna citycar sotto i 3,5 metri d’ingombro, oggi a costi molto bassi con sostanza parecchio “leggera” ma discreta affidabilità, se trovata in condizioni come d’origine e integra. Segmento A con praticità in uso urbano, ma limite di sicurezza per usi extra-urbani, di spazio, con i soli 4 posti e normativa, massimo Euro5. L’immagine Aygo prima serie sente parecchio gli anni, ma i consumi rimangono ancora accettabili e non è impegnativa da gestire.
Le prime solamente benzina 1.0 tre cilindri 68CV, quindi anche gasolio con il 1400 HDI (54CV, francese) che però “viaggia” ancor meno spedito e aggiunge vibrazioni al piccolo pianale della Toyota Aygo. Esisteva tre o cinque porte, più quotata, ovviamente da preferire con le più sicure versioni aggiornate dal 2012 in poi.
La Toyota Aygo di prima generazione è oggi disponibile, principalmente con motore a benzina, con quotazioni popolari sul mercato dell’usato italiano. Si gestisce bene per le manutenzioni ma occhio, quando le percorrenze salgono, ad alcuni sistemi come lo sterzo elettrico (giapponese) che possono richiedere interventi onerosi e da affidare a specialisti, se non alla rete ufficiale.
La Toyota Aygo prima serie vanta una carriera quasi decennale, dal debutto del 2005 su pianale e sistemi condivisi con PSA (TCPA) sino al ritiro nel 2014, per far spazio alla seconda generazione Aygo. Assemblata in Repubblica Ceca, con tecnologie di buon livello ma non innovative, vede due restyling per il 2008 e il 2012 che la arricchiscono solo parzialmente e persino qualche serie speciale, dai toni vivaci. Aygo Crazy del 2008, ha esibito motore 1800 VVTi derivato dai modelli sportivi, supportato da un turbo e capace di quasi 200 CV, oltre la trasmissione della MR2, con trazione posteriore.
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