Il veicolo multispazio italiano inizialmente dedicato prioritariamente all’ambito commerciale, si propone oggi anche a famiglie e chi necessiti praticità di carico per uso privato. Il nome è il medesimo del passato, come anche i tratti principali, ma il nuovo Doblò ha uno stile tutto diverso soprattutto nei dettagli, più curati e vicini al livello di finitura apprezzabile per un uso privato dello spazioso veicolo Fiat. Volume a bordo per cinque persone o anche sette, a richiesta (a parziale scapito del baule), con tetto alto e praticità di carico, uniti all’affidabilità derivata dai sistemi in comune alle utilitarie del gruppo Fiat. Non ingombra troppo in lunghezza (4,39 metri) e può piacere anche per usi in ambito di attività sportive, grazie a un buon lavoro fatto su estetica ed ergonomia, senza perdere spazio utile. Ovviamente alla guida non ci sono le prestazioni o tutti i comfort di berline e monovolume più raffinati e costosi, ma i livelli di sicurezza, con Airbag ed EBD, piuttosto che d’intrattenimento, con Uconnect, si avvicinano allo standard moderno. Buona anche la visibilità, data dalla vetratura panoramica.
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Sono tre gli allestimenti, con quello base non troppo ricco di contenuti a dire il vero e l’aggiunta di un quarto dedicato per il “Maxi” identificativo della versione allungata, che ha 35 cm in più di passo e 4000 litri di potenzialità in quanto a volume di carico. Le motorizzazioni hanno prestazioni sulla carta simili, tutte tra i 90 e 135 CV, ma si differenziano molto con il benzina 1400cc Turbo che può dare qualcosa in più a livello di piacere e assenza vibrazioni, volendo anche con doppia alimentazione (a metano, ma si paga un discreto delta prezzo); mentre i diesel accontentano tutti con ben quattro varianti in due cilindrate: 1600cc e 2000cc (al Maxi sono dedicati solamente i tre più potenti). A richiesta anche in versione “Tetto Alto” con 27 cm in più di altezza, per caricare oggetti fino a 1,5 metri d’ingombro, oltre che Dualogic, con trasmissione automatica.
I primi Doblò, quasi sempre dedicati all’ambito lavorativo, sono oggi spesso molto consumati dal tipo di utilizzo intenso e diffusi in gran parte nelle versioni a gasolio, aspirato o turbo. Le quotazioni basse, ma onorevoli in funzione lavoro che hanno saputo fare, si devono relazionare alle condizioni tecniche. Da tenere sott’occhio le pompe gasolio dei 1900 aspirati e le turbine dei primi Jtd, piuttosto che le centraline dei benzina 1600cc Euro3, mentre è raro avere problemi di accessori o altri sistemi, ampiamente collaudati. Con il rinnovarsi delle generazioni si fanno spazio le versioni a metano, superando quelle a sola benzina nelle vendite, ma soprattutto si mantiene una quotazione sopra la media di segmento dei primi semestri di vita.
Arriva sul mercato nel 2000, prendendo il posto dello storico Fiorino. La prima generazione Doblò replicava totalmente, con ritardo di qualche semestre, le soluzioni applicate nelle Punto 188 usando allestimenti e finiture molto più semplici dentro a una carrozzeria comunemente dedicata a scopi commerciali (Cargo, nelle varie declinazioni) e quindi poco curata nelle finezze estetiche, o nella qualità percepita dei materiali. Le forme comunque abbastanza personali e gradevoli ne hanno decretato un buon successo, unite a motorizzazioni adatte per ambiti commerciali e senza pretese (diffusissimi i 1900 aspirati euro3). Durante le prove per la sicurezza ottiene tre stelle nei test EuroNCAP. Prodotto man mano in stabilimenti sempre più decentrati rispetto alla sede nazionale Fiat, come in Turchia, Russia e Vietnam, diviene veicolo globale non solo come per fornitura di sistemi e assemblaggio ma anche vendite, in quasi tutti i continenti. Dopo una serie di aggiornamenti e un primo restyling per il 2005, nel 2009 arriva la seconda generazione Doblò, che usa un nuovo pianale, sempre condiviso da modelli Fiat come la G.Punto e motori Multijet con il debutto per la prima volta di un turbo benzina, T-Jet. Per il 2015 un rinnovamento di forte impatto regala al Doblò immagine ben più vicina all’uso privato sotto tutti i punti di vista, affiancando sempre anche le versioni Cargo e Combi in ambito professionale. Sono proprio le versioni Cargo, da lavoro e senza finestrini o vetri posteriori, a formare lo zoccolo duro delle vendite Doblò sin dalla nascita, per queste sono esistite alcune personalizzazioni artigianali ai fini della varia applicazione. Il modello precedente venne proposto anche in versione elettrica.
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